Vignui - Associazione Culturale per l'Affresco APS

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Vignui

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Presentazione del "bozzetto" alle Associazioni
Inaugurazione dell'affresco 25/04/2023

Data: 19 novembre - 13 dicembre 2020

Città: Vignui di Feltre (BL)
Nazione: Italia
Luogo: Canonica di Vignui
Frescante:
  • Andrea Toffoli
Collaboratore:
  • Albino D'Agostini (muratore)
Tema:
Vignui celebra i 500 anni della Parrocchia (1520 – 2020)
Affresco dedicato alle sue genti
Ringraziamenti alle Associazioni:
  • ANA VIGNUI
  • AMICI DELLE BOCCE
  • AMICI DE SAN MARTIN
  • ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO “EL CASEL DE VIGNUI”
  • GRUPPO GIOVANI VIGNUI
  • LA PARROCCHIA DI VIGNUI
  • U.S. VIGNUI CALCIO
  • ASSOCIAZIONE CULTURALE PER L’AFFRESCO APS
  • ROTARY CLUB FELTRE
OPERA DONATA DA TIZIANO SARTOR AL NATIO ABITATO
REALIZZATA DA ANDREA TOFFOLI CON LA COLLABORAZIONE
DI ALBINO (MURATORE) E IL PAESE TUTTO
Descrizione:
L'affresco rappresenta le immagini degli strumenti per il lavoro agricolo, i minatori, lo sfalcio dei prati e delle "sort", la "giàzera" utilizzata anche dalla Birreria Pedavena. Ma c'è spazio anche per la guerra combattuta nella valle di San Martino, gli alpini e i loro muli, l'ncendio in occasione di un rastrellamento nel quale i tedeschi davano la caccia ai partigiani nel corso della seconda guerra mondiale. E poi ancora il triste periodo dell'emigrazione e delle "balie da latte". Senza dimenticare alcuni simboli del paese come la scuola, il casel, la calchèra e i "poiat". C'è spazio anche per le tre chiese: quella di San Martino in Valle, quella di Vignui e quella di Altin dell'Annunziata, che rappresentano i poli della fede senza dimenticare l'iconografia di San Martino che dona il proprio mantello al povero. E San Giorgio, che in sella al proprio destriero uccide il drago imbracciando lo scudo con la Fenice, simbolo di Vignui. L'imponenza e l'espressività di questo affresco rende mirabilmente ciò che è stata la comunità di Vignui e non poteva trovare luogo migliore della Canonica.
Commenti:
La piccola frazione di Vignui sorge a nord di Feltre, protetta dalle Vette Feltrine, tra le colline di Tonet, Col Mol, i dolci colli di Altin, il Monte Pafagai e delimitata ad est dalle acque dello Stien.
Potrebbe essere il classico e poetico paese formato da 4 case, 1 chiesa e 1 campanile, invece il paese nasconde molto altro: angoli architettonici unici, corti grandi e antiche, strutture rurali e culturali rimaste integre come il Casel e la Scuola Elementare dei primi del '900.
Nel 2020, nonostante la pandemia, il paese si arricchisce di un'opera d'arte unica: l'affresco dell'artista Andrea Toffoli, un'opera imponente lunga 10,75m e alta 2,33m per un totale di 25 mq.
È stata realizzata con l'antica tecnica dell'affresco e la collaborazione a tratti dei maestri Vico Calabrò, Giulio Bellocchio, Enrico Baracco, Mauro Fant, Roberto Della Rosa, Elisa Mezzavilla, Federica Fontana, Susanna Brochetto, nonché la manodopera e i contributi delle maestranze locali.
Tutti i Frescanti hanno contribuito alla realizzazione di personaggi, paesaggi, strutture o attrezzi del tempo, nello specifico, si attribuiscono le seguenti realizzazioni: a Giulio Bellocchio, gli Alpini, il partigiano, le montagne e il migrante; Ad Enrico Baracco, i contadini con la falce e il rastrello; A Mauro Fant e Roberto Della Rosa, il fuoco, i tedeschi, il campo e il contadino con il fieno; A Federica Fontana ed Elisa Mezzavilla, le donne alla fontana con i panni;
A Susanna Brocchetto, la bambina, la lettera e il teatro.
Naturalmente Andrea Toffoli ha raccordato e messo mano al tutto, lasciando comunque evidenti i tratti caratteristici di ogni singolo artista.
L'affresco racconta una storia comune a molti paesi e alle piccole realtà montane, che il frescante ha immortalato in 3 livelli a lettura verticale e orizzontale, 3 fasce che vanno dalla collina alla montagna. Ognuna delle quali narra, attraverso le immagini, la realtà, le allegorie, i simboli, i lavori alpestri e non, la vita del paese.
Piccole storie, attività, gioie e fatiche di uomini e donne che possedevano nobili valori: la famiglia, la casa, il lavoro, la fede, la patria e il bene comune.
Il loro vivere era semplice, fatto di gesti essenziali, che si ripetevano nel tempo e nelle
generazioni.
Descrizione
Definire questo affresco soltanto opera d'arte è riduttivo, è una storia illustrata, una foto del cuore... che è riuscita ad unire, tutto il paese e gli ex paesani, che si sono adoperati durante la sua realizzazione;
Le Tre fasce sono arricchite da 3 grandi Tondi, realizzati da Calabrò, al cui interno vengono rappresentate le 3 importanti chiese della zona, ancora oggi legate al cuore e al culto delle genti.
A sinistra, la chiesa montana di San Martino, al centro, la parrocchiale di San Giorgio e, a destra, la chiesa collinare di Altin dedicata a Santa Maria Assunta.
Nella prima fascia (di base) troviamo i lavori che si svolgevano principalmente nel paese o nelle immediate vicinanze ad esempio in campagna.
Da sinistra verso destra: il migrante, la balia, il carro di legname trainato dai cavalli, la fienagione, la vigna, le lavandaie, la portatrice d'acqua, il mulino, la scuola, il teatro, i lavori a maglia, la filatura,
la battitura della canapa o del lino, lo sfalcio e gli animali che ricoprivano un ruolo importante nella vita familiare domestica.
La seconda fascia (centrale) si lega alla prima fascia da destra, presentando subito l'attività principale del paese e base del suo sostentamento: la latteria, con la produzione dei derivati del latte,
la mungitura, il trasporto manuale dello stesso. A seguire aratura e semina fin dove possibile.
Seguono scene della seconda guerra mondiale, l'incendio delle case del "Cortivo Lira" e il fronteggiarsi tra tedeschi e partigiani.
Proseguendo, vengono illustrate attività legate alla Valle di San Martino.
La calchera (struttura per la produzione di calce) e le attività ad essa correlate, come la raccolta, nel fiume Stien, dei sassi di carbonato di calcio (biancone) o il taglio degli alberi, che servivano per alimentare sia il fuoco nella calchera, sia la produzione del carbone nel cosiddetto "Poiat'.
Apre la terza fascia (in alto) un'immagine fantastica e leggendaria, di creature femminili, legate all'acqua, alle grotte e ai boschi: le Anguane.
Siamo in alta montagna e troviamo i cavatori di ghiaccio, che si calavano nella "Giazera" (grotta verticale profonda all'interno della montagna) per estrarre il ghiaccio.
Attività faticosa, ma redditizia legata alla fabbrica di birra, nella vicina Pedavena.
Il trasporto a valle, dei blocchi di ghiaccio, tramite la tipica "Mussa", grande slitta, guidata a mano.
Come anello di congiunzione tra le due fasce, (seconda e terza), in corrispondenza della scena bellica (prima fascia), troviamo gli Alpini e i loro muli, Valorosi protagonisti delle nostre montagne.
Seguono scene ambientate tra questi monti, come, lo sfalcio delle "Sort", terreni impervi e rocciosi dove, anche nel più piccolo sperone, veniva tagliata l'erba, che garantiva la sussistenza invernale del bestiame. Tutto questo ha segnato la montagna di considerevoli tributi umani.
L'ultimo riquadro ci parla di momenti legati alla vita estiva nelle casere, dove le famiglie si trasferivano d'estate, in particolare qui viene rappresentata la "Casera di Ramezza" a circa 1500 mslm, molto cara al paese.
Caterina De Carli & Flora De Boni
Referente artistico: Ludovico Calabrò
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